Fondazione Cologni
dei Mestieri d’Arte:
la passione e il pensiero
Presidente di Cartier, a suo agio nel mondo del lusso, di cui era grande esperto, Franco Cologni, consapevole che le tecnologie della travolgente era industriale avrebbero snaturato certi saperiche sono nel DNA del nostro Paese, concepì di creare uno strumento atti a salvarli.
Franco Cologni primo piano, credit Emanuele Zamponi
Varcando la soglia della sede di via Lovanio a Milano sono entrata nel suo sogno, un sogno che si concretizza ogni giorno un po’ di più. Insieme a sua moglie, Adele, diede vita alla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.
Non potevo ricevere benvenuto più bello dal Direttore, il dott. Alberto Cavalli, visibilmente innamorato del proprio lavoro e autore di interessanti libri sull’argomento. Ci intendiamo subito.
La Fondazione copre uno spettro amplissimo e ascolto quali sono i capisaldi in un simile mare magnum. Scopo primario è esaltare la cultura del mestiere d’arte, che per anni ha subito il rischio di scomparire, cultura che si esprime coniugando bellezza, poesia, unitamente all’anima e alle capacità manuali: un mix difficile da trovare. Un mix tanto raro quanto prezioso.
Giuditta Brozzetti di Perugia – credit Dario Garofalo
Tre sono le direttrici:
La ricerca, condotta rigorosamente da eminenti studiosi, per individuare i punti di contatto tra il mondo accademico / scientifico e quello dell’alta artigianalità. Con competenza e pazienza sono arrivati a individuare la presenza e il peso dei mestieri d’arte nell’economia.
L’editoria.
Le parole sono importanti, sottolinea il Direttore, sono i mattoni con cui si costruisce il pensiero. equindi molta attenzione è dedicata alla diffusione delle loro ricerche grazie alle pubblicazioni , Marsilio è l’editore di riferimento per le monografie su argomenti specifici, dai contenuti affascinanti come la costruzione di strumenti musicali, il settore del car design, la nautica, i mestieri del teatro, il restauro delle opere d’arte contemporanea. Un campo quest’ultimo tutto da costruire, che implica una continua sperimentazione essendo ormai i materiali usati inediti e spesso estremamente deperibili, e quindi impossibile fare riferimento alle procedure consolidate nei secoli.
Fiore all’occhiello della sezione editoria le due guide : Milano su misura e Italia su misura(quest’ultima è anche on-line: www.italia-sumisura.it), pubblicate dal pratese Gruppo Editoriale.
La terza direttrice si sdoppia a sua volta in due sezioni:
Una, la promozione culturale sul campo grazie ai tirocini formativi per i ragazzi provenienti dalle migliori Scuole d’arti e mestieri d’Italia, importanti anche per sottolineare il legame coi territori. La Fondazione contribuisce tangibilmente con un contributo di 700€/ mese, erogato per sei mesi a ognuno dei ragazzi, e la redemption è stata molto incoraggiante. Ben 110 giovani sono stati messi a bottega, e oltre il 60% sono stati confermati.
L’altra sezione è attenta al dialogo tra Design e Mestieri d’arte e ha prodotto numerose mostre: in occasione del Salone del Mobile 2016, in particolare il progetto “Doppia Firma” allestito all’Ambrosiana ha messo in valore il dialogo tra grandi designer e artigiani specializzati in mestieri rari. La Fondazione organizza inoltre laboratori didattici nei musei, per avvicinare i bambini ai mestieri d’arte.
Il totale coinvolgimento del Direttore nella mission è tangibile grazie alla partecipazione con cui mi racconta della concretizzazione di un altro dei sogni del lungimirante fondatore, e cioè l’attribuzione del titolo di MAM – Maestro d’Arte e Mestiere, un riconoscimento assegnato per la prima volta quest’anno a 75 grandi artigiani italiano che coniugano maestria e creatività. Potenziare questo binomio è uno degli scopi della Fondazione
Ma vediamo anche a livello legislativo come è regolamentato questo settore cosi importante per il Paese. La legge quadro sull’artigianato dell’85 è un dispositivo molto generale, destinato più che altro a stabilire linee dimensionali o mansioni basilari.
Mentre questo mondo è assai più complesso: il grande artigiano, infatti, non è un semplice esecutore ma un interprete. Si pensi a un liutaio, che deve costruire lo strumento migliore per il musicista; e così via.
Il maestro d’arte deve possedere diversi requisiti e dimostrare anche una cultura trasversale.
Addentrandoci sempre più in questo ricco microcosmo vediamo che artigiani, secondo l’economista Stefano Micelli di Ca’ Foscari, si dividono in creatori, adattatori e interpreti.
Giovanni Sacchi, per citare il migliore come precisa il Direttore, era un modellista in legno talmente eccezionale da non richiedere la presenza dei grandi designer in studio. Le sue maquette di legno, perfette, spesso traducevano l’idea del committente con una sola telefonata.
Pierluigi Ghianda, altro nome mitico, affermava che solo la mano può testare la qualità del prodotto, perché a differenza dell’occhio, non inganna.
Che dire? Ho varcato una soglia reale e sono stata ammessa in un sogno… Che è una realtà concreta, articolata, di grande spessore e di indubbia utilità che giorno dopo giorno dà il proprio contributo alla salvezza e alla crescita della nostra cultura del sapere e saper fare. Che altro se non ringraziare il direttore Alberto Cavalli e la sua straordinaria équipe e naturalmente i coniugi Cologni che hanno visto orizzonti invisibili ai più.
Buon lavoro!