Casa dei Padri,
la Casa dei Saperi,
del Fare e del Saper fare.
Armeno. Non l’avevo mai nemmeno sentire nominare. Il paesino è nella zona di laghi, tra Novara per intenderci e la Svizzera, da cui dista una manciata di km in linea d’aria.
La strada costeggia il lungo lago, stupendo, poi si inerpica, ricca di curve, companatico familiare per noi di Genova, e all’improvviso si apre la piazzetta, dalla nitida architettura settecentesca. Siamo in Piemonte ma la Lombardia fa sentire molto la sua influenza.
Casa dei Padri, la mia meta, è proprio qui, davanti alla Chiesa.
Varcata la soglia, si entra e … si atterra in un quadro. Lo sguardo si perde su un giardino incantato che a sua volta guarda alla montagna che, come sottolinea il Sindaco, ci parla del mistero della vita, rispecchiando la cima le aspirazioni di cui l’uomo è autore e vittima.
Mi lascio catturare volentieri dall’incanto.
Se lo scopo era di farne un centro di accoglienza direi che i responsabili di tanta
bellezza ci sono riusciti benissimo.
L’atmosfera del tutto particolare continua all’interno, grazie ad un sapiente mix tra
tradizione e innovazione, tema portante voluto dal Sindaco, dove l’architettura rimbalza sull’arredo sui generis, composto, ad un’attenta visione, da oggetti di scarto magnificamente rivitalizzati.
Il riuscito recupero di questo importante complesso è la dimostrazione emblematica che tenacia e passione possono fare davvero miracoli. Il progetto, di cui ora possiamo constatare i primi risultati, ha potuto godere dei fondi di un bando della Fondazione Cariplo. Verissimo, ma non solo, perché l’impegno è stato corale e titanico. Il risultato è già fruibile, anche se la strada per ultimarlo, con il recupero della Chiesa e di un altro edificio è ancora lunga. Il binomio “innovazione e tradizione” appunto, è qui ampiamente applicato.
Casa dei Padri ha creato attorno a sé una rete di “fan” , tra cui la Fondazione Cometa di Como, che grazie al coinvolgimento della scuola Oliver Twist, ha realizzato gli arredi riutilizzando quanto la casa offriva, l’Accademia di Brescia per gli interventi di restauro, mentre il giardino si deve all’interessamento della Fondazione De Agostini, i cui proprietari, la Famiglia Boroli ha qui le sue radici ed è dedicato ad Achille Boroli.
Ma cos’è Casa dei Padri? All’inizio del secolo scorso, i Badanelli, storica casata della zona, donarono alla Congregazione Padri Oblati di San Giuseppe, l’intero complesso. Sotto la guida dei Padri diventò un luogo di educazione e formazione. Impossibilitati a loro volta, come i precedenti proprietari, a seguire la giungla delle richieste per rendere la Villa conforme alle iperprotettive normative che oggi imperano, negli ultimi dieci anni ne ridussero l’utilizzo, fino alla completa chiusura.
Ora la situazione è completamente ribaltata. Casa dei Padri, rispettando peraltro la propria vocazione, è un centro polifunzionale di accoglienza: luogo di studio e formazione, all’avanguardia e personalizzato, ma è anche una struttura ricettiva per il turismo religioso – Armeno si trova nell’area dei Sacri Monti – quello naturalistico, è anche Laboratorio Pilotaper consentire alle aziende e ai professionisti di apprendere e mettere in pratica tutte le moderne tecniche di studio e di lavoro digitale, pratica poi un Modello di Vita che possa fare della “distanza” una opportunità e non un vincolo.
Qualità della vita, valori naturali, artistici e storici dell’ambiente, infrastrutture portanti, spazi di lavoro, dialogo tra i valori dello spirito, della cultura, anche quella digitale, del turismo, l’Arte, le tecnologie, il made in Italy, insomma glocal e global sono qui a contatto di gomito.
Che dire di più, se non invitarvi a fare un salto al più presto per imparare divertendosi e rilassandosi.